|
Tanti
tanti anni fa, i giovanotti di Campobasso, avendo cioè tutti 15
anni, passavano il tempo nel farsi le cosiddette stese per il corso.
E se le facevano cioè con qualsiasi tempo e pur con malcelato godimento.
C’era già chi si vantava di leggere i libri intellettuali,
e cioè negava fieramente di godere di quel passeggio lento e cadenzato
detto stesa. C’era già chi si faceva, tra una stesa
e l’altra, pure qualche spinello, cioè tra i verdi boschetti
della Villa Comunale. E c’era già chi si convinceva, cioè
dopo un discreto numero di spinelli fumati, di essere molto zasso,
cioè bello e non serio. Facendosi sempre queste stese e pure
qualche spinello, i tipi zassi adocchiavano le giovani,
e tutti, cioè chi prima chi poi, cascavano malati cotti, cioè
come i mammalucchi, cioè della stessa tipa zassa, cioè
di quell’unica ragazza priva di brufoli e ricca di menne
che si chiamava (cioè…) Per smaltire gli spinelli e le cotte,
taluni, cioè esasperati o esausti, arrivavano a fare la dichiarazione,
cioè tutti prima o poi la facevano alla stessa ragazza, cioè
l’unica con le menne, e tutti sempre in mezzo a quei boschetti
verdi della villa comunale. Se la dichiarazione andava a buon
fine, in taluni casi cioè si aveva il permesso di toccarle le menne.
Cioè sempre uno alla volta però, e pure col rischio di pagare
il prezzo, cioè di doversi mettere a fare il fidanzato. Che era
come una specie di pensione anticipata, cioè. Cioè
che per alcuni, tristemente, significava ritirarsi a vita privata e cioè
smetterla con gli spinelli e le stese. Ma, durante l’estate
dell’anno 1975, è iniziata a circolare la voce che era uscita
fuori la prima Puttana Sannita, cioè la prima della storia sannita,
e che si era piazzata, chissà perché, vicino al passaggio-a-livello
di Campochiaro. Un giorno di luglio io ed il mio amico (cioè…)
ci mettemmo sopra ad un Motorino Cimatti ed andammo a verificare;
con nessun’altra intenzione se non quella di vedere quale faccia
di stregaccia avesse. Cioè soprattutto per verificare se era vero
quel che si diceva, cioè che fosse moltissimo vecchia e moltissimo
racchia. Ma quando siamo arrivati al passaggio a livello non
abbiamo visto proprio nessuno nessuno. Allora, cioè, siamo rimasti
ad aspettare più di un’ora… ma non passava mai nessuno…si
vedevano solo ampie distese verdi e solo qualche pecora di passaggio,
cioè sola e senza padrone. Ma ecco ecco… lì si vedeva
un rettilineo veramente lunghissimo...cioè lunghissimo…cioè
che saliva dritto dritto… cioè addirittura fino in cima al
cucuzzolo del paese Campochiaro… cioè fino in cima…
cioè senza fare neppure una curva… Io ed il mio amico, cioè
di rettilinei così dritti non li avevamo mai visti, e cioè
ci siamo tantissimo impressionati e stupefatti, ancora di più dell’effetto
che ci facevano gli spinelli e le menne. E il mio amico ha detto:
agliò però è proprio zasso sto posto che non
ci sta un cacchio di nessuno!
Poi però ci siamo dovuti girare, cioè perché alle
otto e mezza c’avevamo l’appuntamento con gli altri per il
corso.
|